La flessibilità energetica è un mezzo prezioso per favorire la transizione energetica, aumentare l’efficienza del sistema elettrico e facilitare l’abbandono delle fonti fossili.
Il white paper “Flessibilità: Il mercato delle piattaforme digitali“, realizzato in collaborazione con il gruppo di ricerca Energy & Strategy del Politecnico di Milano, è una guida utile per approfondire la trasformazione in atto nel mercato dell’energia elettrica e la tematica, che assume sempre più importanza, della flessibilità energetica.
La ricerca fornisce una panoramica sul volume d’affari attuale, i player e le filiere presenti nel mercato, i modelli di business e il potenziale del mercato.
INVESTIMENTI IN PIATTAFORME DIGITALI E VOLUMI D'AFFARI
Gli investimenti in piattaforme digitali focalizzate alla flessibilità hanno registrato un forte aumento negli ultimi tre anni, passando da meno di 100.000 € nel 2017 a circa 1,8 mln € nel 2019. La quasi totalità degli investimenti è legata alla creazione di UVAM (Unità Virtuali Abilitate Miste), i cui progetti pilota sono partiti a fine 2018. I principali investitori in questo settore sono i BSP (Balancing Service Provider).
In particolare, analizzando investimenti relativi alle UVAM per il 2019, si nota come la componente relativa agli investimenti in soluzioni digitali rappresenta il 72% del totale.
I pochi investimenti dell’ultimo triennio non legati alle UVAM sono realizzati in progetti pilota di sviluppo di piccole Energy Community da parte principalmente di operatori del settore energetico, e lo sviluppo di questo specifico mercato è chiaramente però fortemente connesso all’evoluzione del quadro normativo.
DEMAND RESPONSE: IL MERCATO DELLE PIATTAFORME DIGITALI
I player attivi all’interno del mercato delle piattaforme per la flessibilità (ed in particolare delle UVAM) possono sostanzialmente essere suddivisi in tre categorie in base al loro ambito di provenienza, distinguendo tra mondo dell’interrompibilità, “operational technology” e nuovi player.
Le soluzioni offerte da questi player differiscono in base alle funzioni che esse possono attivare, che vanno dal monitoraggio dei dispositivi di campo, attraverso Unità Periferiche di Monitoraggio (UPM), alla connessione del campo con il TSO, che necessita la presenza di un concentratore.
Per spiegare il funzionamento di questo mercato si possono definire due filiere sviluppo:
- Un “aggregatore” si rivolge ad una software house per la fornitura di un software di aggregazione di asset energetici, e poi si occupa in prima persona della gestione e ottimizzazione degli asset aggregati.
- Un “aggregatore integrato” sviluppa internamente la piattaforma di aggregazione di asset energetici e si occupa in prima persona della gestione e ottimizzazione degli asset aggregati.
SOFTWARE PER LA FLESSIBILITÀ: MODELLI DI BUSINESS
I player attivi all’interno delle UVAM e del mercato della flessibilità (in particolare i BSP) che non hanno sviluppato internamente o acquistato una soluzione software, instaurano tipicamente una relazione contrattuale con il fornitore della piattaforma che prevede il pagamento di un canone annuale che può assumere tre diverse declinazioni:
- Software As A Service (SAAS) «Variabile»
Il software viene fornito al BSP tramite la modalità Software As a Service, la quale prevede un canone annuale che il BSP deve pagare allo sviluppatore, pari a circa il 15% del corrispettivo fisso (valore notevolmente variabile in base al numero ed alle caratteristiche delle UVAM); - Software As A Service (SAAS) «Fisso»
La piattaforma è fornita al BSP tramite la modalità Software As a Service, sotto pagamento di un canone annuale, variabile in funzione delle caratteristiche delle UVAM. Si rilevano casi in cui è previsto un costo di attivazione una tantum ed il pagamento di un canone periodico; - Canone Annuale
La soluzione è fornita all’interno di un pacchetto che include anche gli altri elementi dell’architettura tecnologica necessari per la creazione e gestione di UVAM.
IL POTENZIALE DEL MERCATO DELLA FLESSIBILITà
Il mercato della flessibilità ad oggi è costituito dai progetti pilota UVAM e gli investimenti sono determinati dall’acquisto o sviluppo delle piattaforme software per la flessibilità da parte dei Balance Service Provider.
A breve termine è lecito non aspettarsi cambiamenti radicali nel meccanismo delle UVAM finora in vigore; probabilmente non verrà modificato il quantitativo approvvigionabile attraverso le aste e perciò non vi sarà una forte variazione del volume d’affari legato alle UVAM.
Nel medio/lungo termine si prevede, invece, una evoluzione nel mercato delle Energy Community, condizionata dallo sviluppo della normativa a livello nazionale. Un incremento dei progetti pilota in ambito Energy Community porterà per il triennio 2020-2022 un raddoppio degli investimenti rispetto al 2019, pur continuando a rappresentare un volume d’affari ridotto.
Per il 2022 si attendono investimenti complessivi in piattaforme digitali dedicate alla flessibilità pari a circa 2,14 mln €.